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LA VITA DEGLI ANIMALI DI COETZEE E L'INCREDIBILE ATTUALITA' DEL TESTO A 20 ANNI DALLA PRIMA PUBBLICAZIONE




Chi è Elisabeth Costello? La Costello è molte cose: donna, madre, nonna, scrittrice, australiana. Prima di tutto, però, è una fervente vegetariana.
Protagonista principale e indiscussa del libro La vita degli animali dello scrittore premio Nobel Coetzee, testo uscito in lingua originale per la prima volta nel 1999, Elisabeth è la voce narrante che risuona nella mia testa in queste ultime due settimane, ossia da quando ho preso in mano il libro in questione.

Invitata ad una conferenza sulla letteratura e sul suo lavoro, anziché parlare dei suoi libri decide di spiazzare tutti parlando di animali e dell'utilizzo capitalistico che ne facciamo quotidianamente.
Inutile dire che c'è molto dell'autore dentro a questo ragionamento, visto che anch'egli è vegetariano, vive in Australia e i monologhi di Elisabeth non sono che estratti dalle sue conferenze alla Princeton University tra il 1997 e il 1998 in merito alla questione animale.

Senza dubbio, è un libro da leggere in questa triste e calda estate del 2019... dove le notizie e le immagini di immani disastri ambientali rimbalzano continuamente sulla rete. Milioni di boschi e foreste stanno bruciando incessantemente da tempo condannando a morte e all'estinzione un numero altrettanto alto di animali...

Quando Notre Dame bruciò ad aprile, ricordo perfettamente le dirette, i lutti governativi, lo sdegno, la tristezza dei cittadini da ogni parte del mondo, e le raccolte fondi di milioni di Euro nel giro di pochi giorni. Invece, ora che a bruciare è la Terra, tutto tace. A livello governativo ed internazionale, purtroppo, un silenzio assordante ha ammantato di menefreghismo i roghi dell'Amazzonia, della Siberia e dell'Africa. A parte le denunce, i video e le foto degli abitanti delle zone in questione e gli appelli di attori famosi, tutto sembra tacere. I presidenti dei paesi avvolti dalle fiamme continuano a rifiutare le offerte di aiuto internazionali e, cosa molto grave, a minimizzare l'entità dei danni.
Le immagini degli animali morti bruciati, feriti e stremati che ci arrivano da quei posti, però, non mi lasciano in pace e non posso fare a meno di pensare alle parole della Costello quando afferma che non considerandoli nostri pari in termini di diritto, ne distruggiamo la vita e l'habitat per puri scopi commerciali e personali.

Come darle torto? In questi giorni molti scienziati hanno ribadito la dannosità della carne bovina in termini ambientali, eppure i commentatori sui social non sembrano essere d'accordo. Purtroppo, come nel libro di Coetzee, questa resistenza riguarda anche le persone con i titoli di studio più alti nonché docenti universitari.
Nonostante le evidenze che gli incendi in Amazzonia siano stati appiccati (come spesso accade) per far spazio alle coltivazioni di soia che -ricordiamolo- per il 3/4 del totale servono a sfamare gli animali d'allevamento, nessuno vuole rinunciare alla bistecca di manzo. Leonardo Di Caprio, da sempre in prima fila a supporto di animali e ambiente, è stato il primo a prendere la parola (e a donare) di fronte a questo orrore; vedremo se questo suo tentativo di sensibilizzazione porterà dei frutti nel prossimo futuro...

Già 20 anni fa, quindi in tempi non sospetti, nei suoi due interventi all'Appleton College, Elisabeth Costello ci avvisava dell'urgenza e della necessità etica e ambientale del vegetarismo, per salvarci  e non essere complici (come invece furono i tedeschi) dei lager in cui vengono eseguite migliaia di sentenze di morte al giorno. Non a caso, infatti, sembra che i nazisti abbiano preso come esempio i mattatoi di Chicago per costruire e far funzionare i lager in cui poi, come sappiamo, rinchiusero ebrei, omosessuali, dissidenti, femministe, handicappati, ecc. I nazisti non vedevano in queste categorie di persone dei soggetti portatori di diritti, così come una buona parte di umanità, ancora oggi, non riesce a vederlo nell'animale altro, soprattutto se considerata "carne da macello".

La scrittrice ci fa notare che "gli ebrei sono stati trattati come bestie" durante il nazismo, e questa frase scandalizzerà un docente ebreo che si sentirà punto sul vivo proprio perché paragonato ad un animale. A questo proposito, infatti, le scriverà: "Se gli ebrei sono stati trattati alla stregua di bestie, non ne consegue che le bestie vengono trattate come ebrei. L'inversione insulta la memoria dei morti". Ennesimo esempio di come, anche con un pezzo di carta in mano che certifica l'alto livello di istruzione, sia difficile fare la connessione.

Non esiste un pianeta di scorta, e non abbiamo nessun titolo di superiorità per accampare diritti sulle vite altre da noi, umane o animali che siano. Le tragedie come quelle ambientali che si stanno consumando ora dovrebbero ricordarci che esiste un solo pianeta Terra, una sola Gaia, un solo posto dove l'uomo può sopravvivere e che può chiamare casa. Il nostro pianeta sarebbe sterile senza gli animali che lo abitano e gli alberi che lo rendono vivo. Un pianeta sterile e morto, senza più flora e fauna, è un pianeta che porta necessariamente anche all'estinzione della specie umana. Gli incendi fuori controllo nel mondo oggi, ed Elisabeth 20 anni fa con la sue conferenze sugli animali, ci ricordano che il tempo per invertire la rotta è scaduto e che, se a breve non cambiamo modo di approcciarci alla vita e ai consumi, moriremo tutti prima del previsto. E forse, effettivamente, la nostra estinzione potrebbe essere l'unica cosa che ci meritiamo e che serve alla Terra.


PS: Illuminante è il saggio breve di Barbara Smuts (esperta di primati) che trovate alla fine del libro. Onestamente, poche volte mi è capitato di leggere un tale inno al reciproco ascolto e all'amicizia tra esseri umani e animali! Sono una decina di pagine d'obbligo per chiunque ami e rispetti l'essenza degli animali, siano essi selvatici o domestici. Proprio come Elisabeth, infatti, anche la Smuts parla di soggetti e mai di oggetti, e attraverso le sue osservazioni ci porta un po' più "dentro alla mente animale".


Commenti

  1. E volendo tralasciare l'egoismo, l'arroganza e la mancata sensibilità, anche sforzandoci di ignorare la sofferenza che l'umanità impone agli alri coabitanti del pianeta, considerando la possibilità di informazione e l'attuale capacità di avere un occhio in ogni luogo, quello che ora come ora colpisce con la violenza di un asteroide è la folle stupidità di una umanità che ancora non si accorge che gli incendi, le violazioni, le catastrofi non stanno accadendo a "casa d'altri"; solo perché non sentiamo la puzza del fumo non significa che non stiamo bruciando anche noi.

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