Lapide in memoria del cane randagio sepolto nel cimitero. |
Sono un'appassionata di cimiteri. Io e il mio compagno li visitiamo spesso e in ogni dove, ma questo di cui vi parlerò nelle prossime righe è decisamente un po' insolito.
C'è un posto a Nord di Parigi dove il tempo si ferma ed i ricordi affiorano: si chiama Le cimetière des chiens et autres animaux domestiques.
Si trova al n.4 Pont de Clichy ad Asnières-sur-Seine ed è un cimitero monumentale per animali, ci si arriva tranquillamente con i mezzi pubblici e vi farà versare più di qualche lacrima...
Considerato come il primo cimitero del genere al mondo, è visitabile dal martedì alla domenica negli orari di apertura al pubblico (10-16.30) ed è attivo dal 1899 per volontà di Georges Harmois et Marguerite Durand. Per chi si diletta col francese, ecco una pagina dove reperire qualche informazione storica in merito: http://www.appl-lachaise.net/appl/article.php3?id_article=55.
Il cimitero sorge su una delle rive della Senna, nella zona a Nord Ovest della città di Parigi e al primo impatto ricorda un giardino. Proprio di fronte c'è un'area di sgambamento cani, utile se lo si visita con i propri compagni animali al seguito. Il prezzo d'ingresso al cimitero è di 3.50 Euro da pagare esclusivamente in contanti e vi si può accedere con i propri cani.
Personalmente, c'ho passato un paio d'ore in una luminosissima e calda giornata di settembre 2018, e sono stata accolta da un bellissimo cane bianco ed enorme di nome Ghost (ah, the irony!).
Vagare tra le molte tombe presenti mi ha riportato alla mente ricordi dei vari animali (criceti, gerbilli, porcellini peruviani, la mia adorata cagnolina LaMia, ecc.) con cui ho avuto la fortuna di incrociare il mio cammino e che ora, purtroppo, non camminano più su questa terra con me. Ognuna di quelle migliaia di lapidi è una custode silenziosa di quel rapporto unico ed irripetibile che ognuno di noi instaura con gli animali della propria famiglia o, come preferisco definirlo io, col proprio branco d'elezione.
Alcune dediche sono promesse di amore ed eterna gratitudine fatte al compagno animale con cui si è condivisa una porzione di vita, perché niente è più triste di una ciotola che giace inutilizzata. E non meravigliatevi se vi troverete delle persone intente a sistemare la tomba del proprio amico scomparso o a piangere disperate, perché il cimitero è ancora attivo e più di qualcuno va regolarmente a far visita alle spoglie dei propri compagni. Del resto, pratiche di commemorazione specifiche per i nostri amici animali si riscontrano in diverse culture umane, con tanto di rituali e vere e proprie cerimonie d'addio pubbliche. Inoltre, la psicologia ha dedicato parecchia letteratura specifica al lutto che ci troviamo ad affrontare nel momento in cui diciamo addio al nostro amico animale, arrivandolo ad equiparare per stress e tipologia di dolore a quello provato per la perdita di un familiare. Non deve quindi stupire che l'uomo senta il bisogno di ricordare ed omaggiare questa presenza in un luogo di culto come, ad esempio, un cimitero specifico.
L'unico suggerimento che mi sento di darvi, visto anche il luogo così pieno di energia e di ricordi, ma dove la presenza dell'uomo passa fortunatamente in secondo piano, è quello di visualizzare un'immensa processione di elfi intenti a lasciare la Terra di Mezzo e, sulle note di Into the West, abbandonarvi a un pianto liberatorio. Perché è così che me li voglio immaginare tutti: eterni a Valinor.
Into the West - Annie Lennox
«Regarde ton CHIEN dans les yeux et tu ne pourras pas dire qu’il n’a pas d’âme.» -Victor Hugo. |
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